Eleanor Coppola: Appunti dietro la cinepresa di Apocalypse Now

Baler, 24 aprile

Ci sono le solite vecchie latrine per le comparse e solo sei gabinetti chimici solo per il cast e per gli operatori. Ieri sono finiti i prodotti chimici. È stato dieci volte peggio che in qualsiasi latrina. Quasi vomitavo. Sono seduta nella vecchia capanna di Francis, che gli serve da camerino. Non è male restarsene soli per qualche minuto. La luce filtra attraverso le pareti di fango e dipinge dei piccolo rettangoli luminosi sulle mie gambe. Se chiudo gli occhi, potrebbe essere tranquillamente il vento tra i pini nella nostra casetta in montagna, forse perché le palme di cocco sono più o meno alte come i pini. Sento la voce di uno dei consulenti militari che parla con Martin Sheen in una capanna vicina.

Martin è stato scritturato per fare Willard, quando Francis è andato a Los Angeles ed è il suo primo giorno sul set. Ieri sera è stato a casa nostra fino al coprifuoco, all’una di notte. Mi ha molto colpito la carica umana; oggi ho provato a dirglielo, ma mi sono sentita immediatamente così stupida. Anche stamattina ci siamo alzati alle quattro e quaranta e adesso comincio a sentirmi sfinita. Non so proprio come faccia Francis a reggere. Per tirarsi su oggi a pranzo s’è preso qualche caffè espresso .

Baler, 26 aprile

Stamattina siamo ancora in attesa dell’elicottero Medevac [elicottero della sanità militare] perché non abbiamo chiamato abbastanza presto. Bisognava tenersi pronti ne caso qualcuno si fosse ferito durante la scena spettacolare dell’esplosione nella piazza. Adesso la luce è cambiata, sta cominciato a cadere qualche goccia di pioggia, così dobbiamo aspettare che ritorni un bel sole splendente per rifare la ripresa dell’altro giorno. Francis è irritato, ma invece di urlare è andato dal pilota a prendere una lezione di volo: si sta esercitando a volare a punto fisso e ad atterrare. Il vento diffonde il rumore in maniera strana: anche se sono oltre il fiume sopra le risaie, c’è un rumore d’inferno. I bufali d’acqua stanno pascolando tutt’intorno. Ieri qualcuno ha forzato la porta del capanno dei costumi e ha portato via i guanti d’amianto che servivano agli operatori per togliere lei tute ai cascatori nelle scene in cui bruciano. Hanno mandato qualcuno a comperarne degli altri a Baler; sono riusciti a trovare solo guanti da sposa.

Capita spesso sul set di parlare degli accessori per macchine fotografiche. Tutti ne hanno almeno un’altra a Hong Kong. Nat mi stava chiedendo appunto quale fosse il mio equipaggiamento e il discorso è caduto sugli obiettivi. Gli ho detto che ne avevo una sola e allora lui mi ha esclamato: “ Che? Una ricca signora come te ne ha una sola? Perfino il tuo autista ne ha quattro”. Mi sono presa questa frecciatina, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato. In effetti per le foto che voglio fare andrebbe benissimo una Istamatic: mi piace fissare dei momenti, delle situazioni che si svolgono davanti a me, ma semplicemente isolando alcune cose del contesto, non rendendole belle, o tristi, o interessanti; insomma non giudicandole, ma semplicemente rappresentando ciò che vedo. E qualsiasi macchina fotografica va benissimo. Mi piace quella ch ho, ci sono abituata e anche affezionata, direi perfino che possiedo il sommo dei piaceri: ho tutto ciò che voglio,

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