Manila, 29 aprile
Sul jet di ritorno da Baler, mi sono messa a sedere al posto della seconda fila. La grande finestra laterale era come una specie di film proiettato solo per me. Volavamo appena sopra l’acqua: i contorni leggeri dei pesci in trasparenza sembravano giganteschi dipinti grigio-azzurri di Paul Klee. Poi siamo arrivati sulla costa: potevo vedere i canali e file e file di spiazzi ben delineati, dove si fa il sale attraverso l’evaporazione dell’acqua del mare. A un certo punto ci siamo trovati in un sandwich di nuvole, sopra e sotto di noi, l’aereo, le cime delle montagne e il disco dorato del sole erano in uno spazio chiaro nel mezzo. Dalla radio giungevano gracchianti e forti le disposizioni del traffico aereo, come se tutti gli aerei della zona si preparassero ad atterrare prima del buio, per il coprifuoco voluto dalla legge marziale. Continua a leggere